La Scienza del Cuore

Per secoli, il cuore è stato considerato la sede dell’anima, fonte di coraggio e saggezza.
Presso l’Istituto di ricerca HeartMath si stanno esplorando i meccanismi fisiologici con cui il cuore comunica con il cervello, influenzando in tal modo l’elaborazione delle informazioni, le percezioni, lo stato emozionale e la salute.

Gli scienziati dell’Istituto si stanno ponendo importanti domande.
Perché le persone sperimentano un sentimento o una percezione di amore e di altri stati emotivi armonici nella zona del cuore, e quali sono le conseguenze fisiologiche di questo sentire? In che modo lo stress e i diversi stati emotivi influenzano il sistema nervoso autonomo, il sistema ormonale e immunitario, il cuore e il cervello? Nel corso degli anni sono stati eseguiti vari test psicologici e fisiologici, ma ciò che costantemente rifletteva i vari stati emotivi e lo stress e veniva coinvolto in modo dinamico, era il ritmo cardiaco.
Ancora più interessanti sono stati i risultati ottenuti dall’applicazione di alcune tecniche specifiche per l’aumento della coerenza cardiaca, che hanno influito positivamente sulla percezione, sulla riduzione dello stress e sulla capacità di affrontare efficacemente situazioni difficili. I ricercatori hanno osservato che il cuore si comporta come se avesse una mente propria che influenza profondamente il modo in cui percepiamo e rispondiamo al mondo.
In sostanza, è emerso che il cuore è dotato di intelligenza e consapevolezza.

IL CUORE INTELLIGENTE
Il cuore è molto più di una semplice pompa. È, infatti, un centro auto-organizzato molto complesso di elaborazione delle informazioni con un proprio “cervello” funzionale che comunica con il cervello cranico attraverso il sistema nervoso, il sistema ormonale e altri percorsi, influenzando profondamente la funzione cerebrale e la maggior parte dei principali organi del corpo. In ultima analisi determinando la qualità della vita.
Tra gli anni ’60 e ’70, i coniugi Lacey scoprirono che il cuore comunica con il cervello, in modo tale da influenzare significativamente il modo in cui percepiamo e reagiamo al mondo. Inoltre, realizzarono che questo motore della circolazione sanguigna sembrava avere una sua logica, una sua mente, che spesso divergeva da quella del sistema nervoso autonomo; soprattutto capirono che è l’organo predominante. Infatti, il cuore inviava messaggi significativi al cervello, dei veri e propri comandi, che influenzavano tutto il comportamento di una persona.
Mentre i Lacey stavano compiendo le loro ricerche in psicofisiologia, un piccolo gruppo di ricercatori nel campo cardiovascolare si unirono ad alcuni neurofisiologi, dando il via alla nuova disciplina della Neurocardiologia, che da allora ha fornito indicazioni estremamente importanti sul sistema nervoso del cuore e su come il cervello e il cuore comunicano attraverso il sistema nervoso.
Il Dott. Armour e i suoi studenti hanno scoperto che il cuore contiene un tipo di cellule dette cellule “cardiache adrenergiche intrinseche” (ICA). Queste cellule sono classificate come “adrenergiche” perché sintetizzano e rilasciano catecolamine (norepinefrina o noradrenalina e dopamina), neurotrasmettitori che si pensava fossero prodotti solo dai neuroni del cervello e dai gangli fuori dal cuore.
Più recentemente, è stato scoperto che il cuore secerne anche ossitocina, conosciuta come l’ormone “dell’amore”. Oltre alle sue funzioni conosciute nei parti e nella lattazione, recenti evidenze indicano che questo ormone è coinvolto anche nella cognizione, tolleranza, adattamento, in comportamenti sessuali e materni complessi, come anche a livello sociale e nei legami di coppia. Da notare che le concentrazioni di ossitocina nel cuore sono allo stesso livello di quelle nel cervello.
Fonte: science-of-the-heart