I Centri (o cervelli) dell’Uomo
Gurdjieff chiamava «lavoro» l’attività di colui che si sforza coscientemente per risvegliarsi e per sviluppare il proprio essere.
L’ordine di lavoro rispetto ai centri è quello che va dal mentale, all’emozionale, all’istintivo-motorio. All’inizio l’uomo deve studiare se stesso senza pretendere di cambiare. Deve osservarsi. Ma è difficile capire cosa s’intende per autosservazione, poiché normalmente la si confonde con l’introspezione o l’autoanalisi. L’osservazione all’inizio crea una divisione per poi permettere una sintesi e una armonizzazione.
Quando ci si osserva, ci si deve dividere in tre: pensieri, sentimenti, sensazioni-movimenti. L’osservazione deve isolare le tre funzioni, che di solito sono confuse e indistinte. È la struttura della macchina che l’uomo deve studiare, cioè le funzioni e le leggi del suo organismo. Ci si potrà accorgere allora che la macchina non funziona, che i centri non vanno ciascuno con il proprio combustibile.
I tre centri sono sempre in conflitto e per quanto ognuno debba lavorare in maniera differente (il mentale con energia più densa, più lenta e più pesante e gli altri due con energia sempre più veloce e leggera) ognuno cerca di usurpare le funzioni dell’altro.
Ogni funzione ha un suo carattere: il pensiero giudica e compara, il sentimento non ragiona, ma definisce le impressioni in base al loro carattere piacevole o spiacevole, le sensazioni sono invece indifferenti. La difficoltà di distinguere le funzioni è dovuta al fatto che in ogni uomo di solito ne prevale una a seconda del tipo e della polarità, e così l’uomo n. 1, il fisico, è passivo a tutte le sensazioni, oppure attivo perché prevale l’aspetto motorio, il n. 2 è emotivo e passivo, il n. 3 è mentale e attivo.
Accanto al lavoro corretto dei centri scopriamo così il loro lavoro scorretto, che conduce alla malattia fisica e mentale e alla morte. Se riusciamo a tappare i buchi che portano alle perdite di energia potremo col tempo prima conservarla e poi trasformarla in qualcosa di sempre più fine. […]
[…] Le cause del cattivo funzionamento dei centri sono: per il corpo le tensioni inutili che si creano continuamente; per il centro emozionale la tendenza a ripetere le esperienze piacevoli del passato e a evitare quelle spiacevoli, l’immaginazione negativa e la pratica di manifestare le emozioni negative; per il centro intellettuale i pensieri e le parole inutili e la mancanza di attenzione, nonché i pensieri automatici, i sogni a occhi aperti e il fantasticare, che sono sempre i tratti dell’immaginazione negativa.
Quando il centro mentale usurpa l’energia del centro emozionale si mette a fare scelte, a giudicare e a ponderare quando invece occorrono decisioni rapide e percezione delle sfumature e dei particolari. Quando il centro emozionale lavora per il centro intellettuale vi è nervosismo, fretta, entusiasmo eccessivo, quando occorrerebbero calma e ponderatezza. Quando il centro intellettuale lavora poi al posto del motorio ingarbuglia tutto (basti pensare a uno che guida l’automobile pensando tutte le volte che deve cambiare in pieno traffico) e quando il motorio fa il lavoro del mentale dà come risultato lettura e ascolto meccanici.
Ciascun centro è diviso in due parti, una positiva e una negativa. Nel centro istintivo-motorio, l’istintivo per esempio è la parte positiva che accumula le energie, il motorio è la parte negativa che le disperde. Nel centro emozionale la divisione in positivo e negativo permette di distinguere il piacevole dallo spiacevole. Nel centro mentale permette di stabilire dei paragoni, di vedere le due facce dei problemi nell’analisi critica. Spesso vi è un cattivo uso della parte negativa, che nel centro mentale nutre la gelosia, la diffidenza, l’ipocrisia, il tradimento e nel centro emozionale serve quale veicolo per le emozioni negative.
Ciascun centro poi è contenuto negli altri, di modo che il centro intellettuale inferiore oltre ad avere le due parti positiva e negativa ha anche una parte intellettuale pura, una emozionale e una meccanica. E così via per gli altri centri.
Nella maggior parte degli uomini il centro mentale lavora solo nella sua parte meccanica, il che significa che l’uomo non sa pensare, è pensato, deve ancora imparare a usare la mente, non sa porre attenzione. Il lavoro del mentale è quello di registrare su un nastro magnetico (la mente-discoteca) il materiale delle impressioni, ricordi, associazioni. Se si pensa e si parla meccanicamente è solo per frasi fatte, slogan, stereotipi, ogni cosa è divisa in due: o è bianco o è nero.
La parte emozionale del centro mentale è invece quella che fa prendere piacere al lavoro mentale e allo studio, dà la passione intellettuale oppure l’erotismo e vari tipi di immaginazioni inutili, ma anche il desiderio di conoscere e la soddisfazione di sapere. Quando lavora lo fa senza sforzo.
La parte intellettuale pura ci dà il pensiero vero e proprio che conduce alle scoperte e alle invenzioni con imparzialità, attenzione e sforzo. Il processo dell’educazione non fa altro che promuovere lo sviluppo unilaterale della parte meccanica di questo centro con ripercussioni negative, quindi, sulla salute fisica e affettiva.
Il centro emozionale funziona in base al principio della ricerca del piacere e nella sua parte meccanica comprende il sentimentalismo, l’attrazione per le emozioni collettive più basse, l’ipersensibilità morbosa ma anche l’umorismo.
La parte pura è la sede dell’immaginazione creativa e può condurre al risveglio della coscienza, ma se funziona in stato di identificazione conduce solo all’amore di sé come fonte di emozioni negative e alla menzogna. La parte intellettuale del centro emozionale è quella più importante di tutte, e quando è combinata con la parte intellettiva del motorio dà la creazione artistica. È la sede del centro magnetico e il centro delle intuizioni, dà il modo di pensare nuovo secondo una logica dialettica che sa vedere la sintesi degli opposti, è la via verso i centri superiori quando la personalità è armonizzata.
Il centro istintivo-motorio dirige i cinque sensi, accumula l’energia nell’organismo attraverso le sue funzioni istintive e presiede attraverso le sue funzioni motrici a consumare questa energia. Costruisce la vita organica, gli organi e le cellule, secondo modelli inconsci di pensiero, è la vita vegetativa inconscia. Nella parte intellettiva l’istinto programma i processi di crisi e di trasformazione dell’organismo, le sensazioni organiche di piacere e di dolore e comprende movimenti istintivi quali la circolazione del sangue, la digestione, i riflessi.
Il centro motorio definisce il tipo d’uomo pratico che agisce senza pensare. Vi appartengono i movimenti automatici e una funzione importantissima: l’imitazione. La parte emozionale del motorio è quella che fa prendere piacere ai movimenti e che dà la tenerezza passionale, in caso di creazione artistica dà l’armonia nei movimenti, ad esempio nella danza. La parte intellettuale del motorio, come s’è detto, è molto importante perché dà l’imitazione della natura. In stato di identificazione il centro motorio non funziona affatto e la sua energia viene assorbita dalle parti meccaniche del centro intellettuale ed emozionale.
(Scritto tratto da “Gurdjieff – le sue tecniche e la conoscenza di sé” di L. Maggi)
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Claudia Galli
Personal Coach e ricercatrice indipendente, Claudia Galli si occupa di Coaching dal 2009. Insieme all’attività di Coaching individuale tiene conferenze in tutta Italia indirizzate al risveglio e alla crescita del potenziale umano.
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