Come uscire dalle dinamiche inconsce e creare nuove realtà

Paragoniamo, per un attimo, la realtà oggettiva ad un enorme schermo acceso, dove vi è solo il brusio di miliardi di pixel senza nessuna congruenza; immaginiamo di coprire questo schermo con un grande foglio di carta velina che, in questa analogia, corrisponde al nostro sistema filtrante. Quando nasciamo, la nostra velina è intatta. Poi, a mano a mano che cresciamo, tutto ciò che sperimentiamo e impariamo viene impresso su questa velina.

La formazione del sistema filtrante

Ipotizziamo che a tre anni io faccia una bella esperienza e rappresento quest’esperienza con un fiorellino che vado a ritagliare sulla mia velina. Ecco che dallo schermo viene proiettata la forma di un fiore. Per un’esperienza brutta, invece, ritaglierò un teschio. In età adulta la nostra velina sarà piena di fiori, teschi, arcobaleni, e di qualsiasi altra immagine tu voglia associare al tipo di esperienza o concetto si sia impresso su di essa.

Realtà soggettiva

Le informazioni che caratterizzano l’esperienza vengono memorizzate nel nostro cervello e vengono rafforzate sempre di più fino a costituire il nostro sistema di convinzioni e valori, e attraverso esso noi percepiamo la realtà. È chiaro quindi che ognuno interpreta il Reale molto soggettivamente e quello che è vero per me può non esserlo per un altro; io posso considerare la vita un gioco meraviglioso e un’altra persona la vede come un incubo da cui fuggire.

Ma se io percepisco la realtà sulla base di come è ritagliata la mia velina, allora la realtà può essere ogni cosa a seconda di quello che io decido di vedere attraverso di essa.

La bella notizia, infatti, è che il sistema filtrante si può cambiare. Le resistenze e gli auto-sabotaggi, naturalmente, non sono pochi: nutriamo un masochistico senso di attaccamento verso ciò che abbiamo vissuto, ritenendolo il nostro essere; la sola idea di poter pensare diversamente va ad intaccare il nostro bisogno di sicurezza ed ecco che compare la paura. Ma chi ha paura non siamo noi. È la nostra identificazione con il riflesso di ciò che pensiamo sia reale, impresso sulla velina.

Io non sono la mia velina.

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Con l’Osservatore sveglio è possibile accorgersi di come lavori l’identificazione, di come facilmente cadiamo nei soliti meccanismi di reazione privandoci di una nuova visione, di una nuova possibilità. Con l’Osservatore sveglio è possibile scegliere, riconoscendo lo stimolo e selezionando la risposta. Le risposte che diamo alle situazioni di vita sono ciò che poi si riflette sulla nostra vita, sono ciò che genera il nostro stato vibrazionale, dato da pensieri, emozioni e sensazioni.

Se impariamo a gestire il nostro stato vibrazionale, impariamo a gestire la nostra realtà.

È importante comprendere che è il nostro stato vibratorio che genera la nostra realtà, nel range di manifestazioni possibili in questa dimensione.

(Tratto da “LIFESURFING”)

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